western heritage
Cerca
Close this search box.

Coors, la birra delle montagne rocciose

birra coors

Gli americani sono grandi bevitori di birra. Forse non i più grandi ma non c’è dubbio che quando si parla di eventi sportivi, concerti e feste il logo inconfondibile della Bud non manca mai. Insieme a quello della Miller e della Coors. Quest’ultima, che ha goduto di una discreta diffusione anche in Italia negli anni ‘90, è la più rappresentativa dell’ovest americano. Non solo per la scritta Coors sullo sfondo delle montagne rocciose piene di neve che evoca la natura selvaggia del west, ma soprattutto per la sua particolare storia.

Una storia cominciata nel 1873 grazie allo spirito di iniziativa di un immigrato tedesco di nome Adolph Kohrs. Nato in Prussia nel 1847 e rimasto orfano di entrambi i genitori, nel 1868 riuscì a raggiungere gli Stati Uniti imbarcandosi da clandestino1 su una nave. Cambiò il suo cognome da Kohrs in Coors e si guadagnò da vivere svolgendo i lavori più diversi: giardiniere, muratore e addetto al carbone delle macchine a vapore. L’occasione della vita gli si presentò quando fu assunto presso il birrificio di John Stenger a Naperville, nell’Illinois. Era un mestiere che conosceva bene perchè l’aveva svolto già in Germania per tre anni. Dimostrò presto di avere talento e decise di trasferirsi a Denver, Colorado, dove in società con Jacob Schueler aprì il Golden Brewery2, un birrificio che nel 1880 divenne il Coors Golden Brewery.

Il successo commerciale subì una battuta d’arresto con l’introduzione della legge sul proibizionismo che dal 1920 al 1933 impedì la produzione e la vendita di qualsiasi bevanda alcolica. Mentre altri birrifici e distillerie furono costretti a chiudere, Coors ebbe la geniale idea di differenziare la produzione immettendo sul mercato il latte maltato e la Mannah, una birra analcolica. Inoltre, venne investito molto anche nel campo degli oggetti in ceramica sviluppando quella che ancora oggi è la CoorsTek3.

La morte di Adolph Coors nel 1929 è avvolta dal mistero. Cadde, o si tolse la vita, da una finestra del sesto piano del Cavalier Hotel di Virginia Beach. Furono i suoi sei figli a portare avanti quella che sarebbe diventata una delle più grandi multinazionali e che a oggi fa parte della Molson Coors Beverage Company, quinto produttore mondiale di birra.

Il marchio Coors ha saputo mantenere un rapporto molto stretto con la realtà geografica in cui si è sviluppato. Uno dei motivi è che a metà degli anni ‘80 la Coors era venduta solo negli stati dell’ovest e nemmeno in tutti4. In Washington e Montana, per esempio, nel 1976 era impossibile trovarne, in Oregon fino al 1985 e nell’Indiana è arrivata addirittura nel 1991. Questo l’ha resa quasi un souvenir o un trofeo da portare a casa, dopo un viaggio nel west, ma anche merce di contrabbando. Il New York Times ricorda come il Presidente Gerald Ford ne avesse fatto segretamente scorta prima di rientrare in aereo alla Casa Bianca e il Segretario di Stato Henry Kissinger, approfittando di un viaggio in California, ne stipasse quaranta casse nella sua Limousine blindata. Aneddoti da cui può aver preso spunto Hal Needham per il film Il bandito e la “Madama”5 con Burt Reynolds, in cui la missione da compiere era portare quattrocento casse di Coors dal Texas alla Georgia in ventotto ore. La fretta era dovuta al fatto che si trattava di birra non pastorizzata, una caratteristica ormai molto rara per la difficoltà di conservazione di cui la Coors va fiera. Uno degli slogan più famosi è: il caldo è nemico della birra!

thrillist.com

Coors, che ha sempre proposto l’immagine della birra ghiacciata rendendola invitante, creò la famosa etichetta in cui la cima innevata diventa blu quando raggiunge una temperatura sotto i dieci gradi.

Questa non è l’unica innovazione introdotta dal marchio nel mondo della birra. Coors è stata la prima a utilizzare lattine in alluminio, a proporre le cosiddette silver bullets, i proiettili d’argento, e a inventare nuovi sistemi di apertura, inclusa la classica linguetta diffusa ormai in tutto il mondo.

Non male per un birrificio che per quasi cento anni è stato definito “regionale”.
Termine appropriato se si guarda il logo. La cima innevata è il Wilson Peak, montagna del Colorado dalla sagoma inconfondibile. Il ritorno pubblicitario per la zona è stato enorme. Il “Crack a Coors on Wilson Peak” per esempio, è un’escursione alpinistica proposta ogni anno da un rinomato albergo di Telluride, Colorado.

Il logo è popolare in tutto il mondo, ma chi è cresciuto bevendola, o sognando di farlo, continuerà a chiamarla Colorado Cool-Aid. Il rimedio dal freddo Colorado capace di curare ogni malanno, omaggiato con l’omonima canzone da Johnny Paycheck:

What’s Colorado Cool-Aid?
Well, it’s a can of Coors brewed from a mountain stream
It’ll set you head on fire an’ make your kidneys scream

Cos’è il Colorado Cool-Aid?
E’ una lattina di Coors, fatta con l’acqua di un ruscello di montagna
Ti infiammerà il cervello e farà urlare i tuoi reni

scopri la canzone

Note

  1. In tutta la sua vita Adolph Coors non ha mai voluto parlare di come sia giunto negli Stati Uniti da stowaway, ovvero clandestino nascosto nella stiva di una nave, poiché se ne vergognava. Dopo la morte di suo figlio Adolph II, nel 1970, Presidente del birrificio, la famiglia ne ha invece tratto motivo di orgoglio, simbolo del sogno americano.
  2. Il birrificio fu ricavato da una vecchia conceria. Coors, che all’epoca aveva ventisei anni, investì 2.000 dollari nel progetto mentre Schueler, suo socio, ben 18.000. In pochi anni Coors rilevò tutta l’azienda diventandone l’unico proprietario.
  3. La CoorsTek ha iniziato la produzione di ceramiche nel 1910 col nome di Coors Ceramics sfruttando le grandi risorse di materie prime presenti nell’area di Golden. Successivamente si è specializzata in diversi settori che spaziano dalle lattine in alluminio ai dispositivi protesici. 
  4. I ritmi produttivi della Coors Golden Brewery non riuscivano a soddisfare l’enorme domanda e il birrificio non manifestava l’interesse di espandersi negli stati dell’est. Inoltre, alcuni di questi stati imponevano pesanti dazi sull’importazione di bevande alcoliche.
  5. Il titolo originale è Smokey And The Bandit.

Articoli correlati

Condividi l'articolo