Surf: un rodeo nel blu – seconda parte

surf rodeo nel blu

Quando dalla spiaggia osservo un surfista fare take off(1) sulla tavola, salire e scendere la parete dell’onda, mi ricorda un cowboy nell’arena. In pochi secondi di adrenalina tutti e due provano a domare l’imprevedibilità della natura: sia essa un toro o un cavallone. Cambia solo lo sfondo: il colore del mare o della terra. 

All’inizio il surf era un modo per redimere i conflitti, provare la propria forza, ottenere privilegi; uscito dagli arcipelaghi polinesiani e approdato sulle spiagge del mondo divenne gara: da livello locale, dove si evidenziava lo stile di ogni surfista e le capacità innovative dei vari shapers, a campionati mondiali. Oggi i principali atleti si confrontano in eventi sparsi su tutto il pianeta.
Il 2020 avrebbe visto 20 donne e 20 uomini – i 40 surfisti migliori al mondo – contendersi per la prima volta una medaglia alle Olimpiadi nella categoria shortboard sulla spiaggia di Tsurigasaki in Giappone.
Waiting period
(2) dal 24 luglio al 9 agosto 2020; l’emergenza sanitaria però ha fatto slittare il tutto al 2021.

Leonardo Fioravanti surf
Leonardo Fioravanti unico italiano nel circuito WSL

Ma torniamo alla storia.
La prima gara internazionale si svolse a Makaha Beach sull’isola di Oahu e fu vinta da Rabbit Kekai. Era il 1956.
Da questo evento ebbero origine gran parte dei criteri e delle tecniche di gara del longboard moderno.
Nel 1964 finalmente il mondo del surf si riunisce sotto una federazione: la International Surfing Association (ISA), unico organo riconosciuto dal C.I.O. come autorità mondiale.
L’ISA governa e definisce le categorie: Shortboard, Longboard e Bodyboard, StandUp Paddle (SUP), sia Racing che Surf, Para-Surf, Bodysurfing, Wakesurfing e tutte le altre attività di guida su qualsiasi tipo di onda e sull’acqua piatta.
Oggi ha 108 paesi affiliati a livello di federazioni nazionali e organizza sei campionati a livello mondiale: 

  • ISA Surf World Junior Championship 
  • ISA Sup and Paddleboard World Tour Championship 
  • ISA World Longboard Surfing Tour Championship 
  • ISA World Para Surfing Championship 
  • ISA World Master Surfing Championship 
  • ISA Wolrd Bodyboard Championship 
isa surf

Nello stesso anno venne organizzato dalla International Surfing Federation (ISF) il primo campionato del mondo che si svolse in Australia, a Manly Beach Sydney, a vincere Bernard “Midget” Farrely e Phyllis O’Donnell. Questo evento venne poi riproposto con cadenza biennale fino al 1972.

Nel 1973, non riuscendo a stabilire un vero e proprio standard di competizione e non trovando sponsor per continuare nelle manifestazioni, la ISF fermò i campionati ufficiali fino al 1975. Per quel periodo la Smirnoff World pro-am Surfing Championships, nata nel 1969 come società organizzatrice di eventi per merito di Fred Hemmings, si sostituisce alla ISF promuovendo un suo circuito di gare, poi catalogato come campionati mondiali.
Nel 1976, chiusa la Smirnoff World pro-am, Fred Hemmings in collaborazione con Randy Rarick  crearono la International Professional Surfers (IPS), la prima federazione a governare il surf professionistico. Nel 1982 Ian Cairns si rese conto del momento di difficoltà della IPS a cui molti rimproveravano di non fare a sufficienza per promuovere la disciplina a livello mondiale e vide così l’opportunità di costituire un nuovo e più funzionale organismo per gestire il surf professionistico. Nel gennaio 1983 Cairns costituì la Association of Surfing Professional (ASP); convinse e riunì gli organizzatori delle varie competizioni in questa nuova federazione relegando di fatto la IPS a promuovere i soli eventi svolti nelle Hawaii. Nel 2013 la ASP venne acquistata dalla ZoSea Media Holdings di proprietà di Paul Speaker, Terry Hardy e Dirk Ziff e nel 2015 fu ribattezzata in World Surf League (WSL). Dalla sua nascita è l’organizzazione internazionale che governa il settore professionistico e realizza le maggiori competizioni nelle diverse categorie. Oggi sono otto i campionati a livello mondiale: 

  • WSL Men’s Championship Tour (CT) 
  • WSL Women’s Championship Tour (CT) 
  • WSL Men’s Qualifying Series (QS) 
  • WSL Women’s Qualifying Series (QS) 
  • WSL Men’s Longboard Championship 
  • WSL Women’s Longboard Championship 
  • WSL Junior Championship 
  • WSL Big Wave Tuo
wsl surf

Come vincere il titolo di “WSL Tour Champion“?
Il titolo viene assegnato al surfista che ha accumulato più punti a seguito dei migliori risultati ottenuti nelle prove del tour. Nel settore maschile sono 9 su 11; in quello femminile 8 su 10.
A seconda della difficoltà di ogni competizioni, al vincitore viene attribuito un diverso punteggio. Così un evento WSL 10,000 assegnerà al vincitore 10.000 punti validi anche per la classifica mondiale; ogni gara ha un punteggio 1.000, 1.500, 3.000, 5.000 e 6.000 e viene indicato nel nome dell’evento. I punti accumulati durante le gare WLSCT, così come nelle WSLQS, vanno ad aggiornare la classifica mondiale: la WSL World Ranking.  

Quando si organizza un contest(3) si definisce un intervallo di tempo nel quale questo verrà disputato e si attendono le condizioni marine necessarie per dare inizio alla competizione (waiting period). La gara è suddivisa in round; in ognuno di essi da due a quattro atleti si sfidano per un tempo che varia dai 15 ai 20 minuti. Per l’assegnazione del punteggio vengono considerate le due onde migliori surfate dall’atleta e si stila la classifica per stabilire chi passa il turno o, nel caso si tratti di una finale, vince la competizione. 

I punteggi vengono attribuiti su una scala da 0,1 a 10,0 con incremento di un decimo di punto. A seguire una descrizione della performance in associazione ai punteggi: 

  • 0-1,9 = scarsa 
  • 2,0-3,9 = sufficiente 
  • 4,0-5,9 = media 
  • 6,0-7,9 = buona 
  • 8,0-10,0 = eccellente 

I giudici valutano ogni onda cavalcata secondo i seguenti elementi: 

  • grado di difficoltà 
  • tecniche innovative e progressive 
  • combinazione di tecniche 
  • varietà di tecniche 
  • velocità, potenza e fluidità 

Una manovra viene considerata valida solo se al termine della stessa l’atleta rimane in piedi sulla tavola.
Il giudizio suddetto può essere differente da un giorno all’altro e da un evento all’altro a seconda delle condizioni meteorologiche e del tipo di onde.
Esistono regole di comportamento in acqua legate al diritto di precedenza. L’atleta ne ha diritto se è il più vicino al punto in cui l’onda frange, ossia se è nella cosiddetta “posizione interna”. Se un concorrente fa il dropping in(4) e passa davanti a colui che è in precedenza, subisce un richiamo e viene sanzionato. Si può essere colpevoli anche se si prendono più onde del massimo consentito per ogni round o se ci si intromette nello svolgimento della performance di un altro surfista. Le interferenze sono votate a maggioranza dai giudici. Nel caso si decida per una penalità, le irregolarità vengono indicate con un triangolo sul tabellino del punteggio. Quando un concorrente è sanzionato più di due volte in un round, viene allontanato dal campo di gara. All’atleta che ha subito l’interferenza è permesso cavalcare un’onda in più del limite consentito, ma sempre nel tempo del round.

Chi sono i campioni più titolati?
Nel settore maschile Kelly Slater, 11 volte vincitore; in quello femminile un ex aequo Stephanie Gilmore e Layne Beachley, pseudonimo di Tania Maris Gardner, 7 volte iridate. Italo Ferreira e Carissa Moore nella categoria shortboard e Justin Quintal e Honolua Blomfield nella specialità longboard sono i detentori del titolo 2019.

Ora ne conosciamo la storia, lo stile di vita e il misticismo che si conserva nei gesti. Ma esiste una parte di questo mondo dove il limite non è dato dalla ragione; dove cavalcare in un rodeo nel blu non basta. E’ allora che si diventa cacciatori.

To be continued

Sergio Muniz surf
Sergio Muniz, Levanto – Italia

Note
(1) Alzarsi in piedi.
(2) Periodo di attesa: essendo uno sport dove la componente mare fa la differenza i concorrenti iscritti alla gara nel periodo segnalato devono tenersi pronti a scendere in acqua in 72 ore.
(3) Gara, competizione.
(4) Quando si inizia a surfare un’onda già cavalcata da un altro. Gesto molto pericoloso e visto negativamente dai colleghi.